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Articolo pubblicato Martedì 28 Dicembre su “il Resto del Carlino –
Rubrica La Nostra Salute” riguardante il nostro lavoro e
le relative considerazioni sul rapporto minerali-salute umana.


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Articolo del 21 Dicembre 2010 di Rosanna Magnano su “Il Sole 24 Ore” sugli inquinanti ambientali

 

RAPPORTO GREENPEACE-ISDE

Così il clima ci farà ammalare

 

Non è ancora chiaro se l’accordo approvato dai 194 Paesi dell’Onu riuniti a Cancun per la 16° conferenza sul clima basterà a contenere il riscaldamento globale al di sotto di due gradi centigradi. Quello che è certo è che le emissioni inquinanti e i cambiamenti climatici in atto hanno già un effetto tangibile sulla salute. L’Oms ha stimato ogni anno, a seguito del riscaldamento globale, la perdita di 5 milioni di anni di vita e la mortalità umana aumenta del 3% per ogni grado di aumento della temperatura terrestre. L’allarme è stato lanciato da un rapporto di Greenpeace e Isde dal titolo: «Si salvi chi può: gli impatti socio-sanitari del cambiamento climatico». Nei Paesi avanzati, ricorda lo studio, sono riemerse malattie del passato dovute alle mutate condizioni ambientali e a sacche di povertà. L’ambiente è invaso da molecole chimiche di sintesi (pesticidi in agricoltura, antibiotici e farmaci in campo medico e zootecnico, additivi alimentari ecc.) con effetti tossici, teratogeni, mutageni e cancerogeni. Sono in continuo aumento le malattie neoplastiche soprattutto nei bambini, cardiovascolari, immunomediate, neurodegenerative, endocrino-metaboliche. Ricerche sperimentali ed epidemiologiche hanno individuato la patogenesi di queste soprattutto in tre processi. La continua esposizione dell’organismo umano a inquinanti ambientali genera reazioni infiammatorie e riparative anomale che provocano malattie immunitarie, neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson, Sclerosi laterale amiotrofica, neoplastiche e metaboliche). Le trasformazioni ambientali degli ultimi 100 anni hanno poi cambiato l’esposizione della specie umana, e non solo di questa, all’ecosistema microbico, non lasciandoci il tempo di adattarci. Terzo processo, forse il più inquietante, è l’azione diretta degli inquinanti ambientali sull’embrione e sul feto durante la gestazione, con alterazione delle cellule che formeranno i tessuti e gli organi deputati al controllo metabolico; ciò produce malattie nei nuovi nati che si manifestano in tempi variabili e talvolta dopo lunga latenza clinica. È noto che gli inquinanti ambientali agiscono pure sul patrimonio genetico del prodotto del concepimento, sulle cellule germinali (oociti e spermatozoi) e sulle cellule somatiche staminali dell’adulto, provocando mutazioni genetiche. Varie patologie, come certi tumori, sono prodotte più che dal patrimonio genomico dell’individuo dall’epigenoma, ossia dall’azione di fattori ambientali sui geni, con malattie ereditarie a lunga scadenza, anche transgenerazionali. Queste patogenesi sono alla base anche di alcuni effetti sanitari attribuibili direttamente o indirettamente al riscaldamento globale. Ma le temperature elevate favoriscono anche la diffusione e la permanenza nell’ambiente di microrganismi che, veicolati da insetti “vettori” (oppure da acque contaminate) raggiungono i soggetti umani o gli animali: ciò causa l’insorgenza di malattie solitamente trasmissibili non per contatto diretto interumano. L’ampliamento al Nord e al Sud delle zone climatiche sub-tropicali, oltre a facilitare la contaminazione microbica delle acque, ha prodotto la diffusione di insetti “esotici” in latitudini diverse dalle solite. Sono questi i principali agenti dell’espansione delle malattie “tropicali”, destinate a essere sempre meno tropicali.

Rosanna Magnano

Am J Clin Nutr. Ottobre 2010 Oct;92(4):733-40. Epub 4 agosto 2010.

Effetti di un aumentato consumo di cibi integrali  sulla pressione
sanguigna ed altri indicatori di rischio cardiovascolare in soggetti
sani di mezza età: prove casuali controllate

Tighe P, Duthie G, Vaughan N, Brittenden J, Simpson WG, Duthie S, Mutch W, Wahle K, Horgan G, Thies F.

Istituto di Medicina applicata, Università di Aberdeen, Aberdeen, Regno Unito.

f.thies@abdn.ac.uk

 Abstract (traduzione Dott.ssa Margherita Patrignani)

CONTESTO: Tre porzioni quotidiane di cibi integrali possono abbassare il rischio di malattie cardiovascolari, ma è stato necessario questo approfondito studio intervenzionale (studio sull’efficacia della teoria sostenuta ndt) per confermare questa affermazione.

OBIETTIVO: Si è mirato a valutare gli effetti del consumo di 3 porzioni al giorno di cibi integrali (solo frumento o una miscela di frumento e avena) sugli indicatori di rischio di malattie cardiovascolari in individui a rischio relativamente alto.

PROGETTAZIONE: Sono state fatte prove di alimentazione controllate a caso su individui sani di mezza età. Dopo un periodo di prova di 4 settimane con una dieta perfezionata, sono stati casualmente assegnati dei volontari ad un gruppo di controllo (dieta perfezionata), con frumento o frumento e avena, per 12 settimane. Il primo risultato è stato una riduzione dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari tramite intervento alimentare dietetico con grani integrali, che riguarda il livello lipidi, la concentrazione dell’insulina e i livelli di pressione sanguigna. Inoltre sono stati valutati gli indicatori dei processi infiammatori.

RISULTATI: È stato selezionato un totale di 233 volontari; 24 volontari si sono ritirati e 3 volontari sono stati esclusi. La pressione sanguigna (arteriosa) sistolica e la pressione di pulsazione (differenza tra pressione arteriosa e venosa ndt) sono state significativamente ridotte rispettivamente di 6 e 3 mm Hg, relativamente al gruppo dei cibi di frumento integrale paragonato a quello del gruppo di controllo. Indicatori sistemici di rischio di malattie cardiovascolari sono rimasti immutati a parte le concentrazioni di colesterolo, che sono diminuite lievemente ma significativamente nel gruppo che consumava cibi integrali.

CONCLUSIONI: Il consumo quotidiano di tre porzioni di cibi integrali può ridurre significativamente il rischio di malattie cardiovascolari in persone di mezza età soprattutto attraverso meccanismi di abbassamento della pressione sanguigna. La diminuzione osservata della pressione sanguigna sistolica potrebbe diminuire l’incidenza di malattia delle arterie coronariche e di ictus rispettivamente di più del 15% e 25%.

Questo studio è stato registrato su http://www.clinicaltrials.gov come ISRCTN27657880.

Consultabile in inglese su PubMed PMID: 20685951 [PubMed – indexed for MEDLINE]

Di seguito il documento originale in lingua inglese

Am J Clin Nutr. 2010 Oct;92(4):733-40. Epub 2010 Aug 4.

Effect of increased consumption of whole-grain foods on blood pressure and other cardiovascular risk markers in healthy middle-aged persons: a randomized controlled trial.

Tighe P, Duthie G, Vaughan N, Brittenden J, Simpson WG, Duthie S, Mutch W, Wahle K, Horgan G, Thies F.

Division of Applied Medicine, University of Aberdeen, Aberdeen, United Kingdom. f.thies@abdn.ac.uk

                        Abstract

BACKGROUND: Three daily portions of whole-grain foods could lower cardiovascular disease risk, but a comprehensive intervention trial was needed to confirm this recommendation.

OBJECTIVES: We aimed to assess the effects of consumption of 3 daily portions of whole-grain foods (provided as only wheat or a mixture of wheat and oats) on markers of cardiovascular disease risk in relatively high-risk individuals.

DESIGN: This was a randomized controlled dietary trial in middle-aged healthy individuals. After a 4-wk run-in period with a refined diet, we randomly allocated volunteers to a control (refined diet), wheat, or wheat + oats group for 12 wk. The primary outcome was a reduction of cardiovascular disease risk factors by dietary intervention with whole grains, which included lipid and inflammatory marker concentrations, insulin sensitivity, and blood pressure.

RESULTS: We recruited a total of 233 volunteers; 24 volunteers withdrew, and 3 volunteers were excluded. Systolic blood pressure and pulse pressure were significantly reduced by 6 and 3 mm Hg, respectively, in the whole-grain foods groups compared with the control group. Systemic markers of cardiovascular disease risk remained unchanged apart from cholesterol concentrations, which decreased slightly but significantly in the refined group.

CONCLUSIONS: Daily consumption of 3 portions of whole-grain foods can significantly reduce cardiovascular disease risk in middle-aged people mainly through blood pressure-lowering mechanisms. The observed decrease in systolic blood pressure could decrease the incidence of coronary artery disease and stroke by ≥15% and 25%, respectively.

This trial was registered at clinicaltrials.gov as ISRCTN27657880.

PMID: 20685951 [PubMed – indexed for MEDLINE]

Articolo pubblicato nel Microchemical Journal 67 (2000) 397- 405

 

 

I capelli umani come marcatore di inquinamento da elementi chimici emessi da una centrale termoelettrica

N. Violante, O. Senofonte, G. Marsili, P. Meli, ME Soggiu e S. Caroli,
Istituto Superiore di Sanità, Viale Regina Elena 299, 00161 Roma, Italia
Disponibile online l’8 febbraio 2001.

Abstract (traduzione Dott. Marco Sileoni)
È stato intrapreso uno studio preliminare per valutare il rischio per l’ambiente e la salute dei residenti, da parte di elementi in tracce rilasciate dalla combustione di combustibile nella centrale termoelettrica di Pian de’ Gangani (Montalto di Castro, Lazio, Italia). In questo contesto, l’analisi di capelli può essere considerata come un approccio vantaggioso per monitorare l’esposizione della popolazione agli effetti negativi della centrale, che è ora pienamente operativa. A questo scopo 92 bambini sani (di età compresa tra 9-10 anni) sono stati selezionati da due scuole elementari di Montalto di Castro e Pescia Romana. La giovane età del campione garantisce che gli effetti dell’esposizione professionale e dei trattamenti cosmetici incidano in misura minima sulla rappresentatività dei dati. I campioni di capelli sono stati raccolti, lavati e digeriti come prescritto dalle procedure già consolidate. La spettrometria di massa ad accoppiamento induttivo al plasma (ICP-MS) e la spettrometria di emissione atomica con plasma ad accoppiamento induttivo (ICP-AES) sono stati impiegati per la determinazione degli elementi traccia e degli elementi di minore interesse (come Calcio, Cadmio, Cobalto, Cromo, Rame, Ferro, Magnesio, Manganese, Nichel, Fosforo, Piombo, Antimonio, Selenio, Tallio, Vanadio e Zinco). L’intera procedura analitica è stata verificata sia per la precisione di misura e che per l’utilizzazione dei materiali di riferimento certificati BCR n. 397.

I valori medi ottenuti sono stati (in μg/g *): Arsenico, 0,159 ± 0,044; Calcio, 393 ± 187; Cadmio, 0,047 ± 0,055; Cobalto, 0,040 ± 0,038, Cromo, 0,704 ± 0,208, Rame, 12,0 ± 10,3; Ferro , 12,1 ± 10,8; Magnesio, 40,6 ± 27,7; Manganese, 0,383 ± 0,296, Nichel, 0,868 ± 1,331, Fosforo, 141 ± 138; Piombo, 1,64 ± 1,63; Antimonio, 0,041 ± 0,058; Selenio, 0,430 ± 0,135; Tallio, 0.001 ± 0,001; Vanadio, 0,185 ± 0,158, e Zinco, 177 ± 173.

Questi dati sperimentali si riferiscono ad un periodo di tempo immediatamente antecedente la piena operatività della centrale. Entro i prossimi 4-5 anni si prevede di condurre uno studio simile con un nuovo gruppo di soggetti comparabili, per età, sesso, stile di vita e di modalità di esposizione, ai presenti al fine di individuare le possibili tendenze al bioaccumulo dei sopracitati elementi.

Contatto autore: Tel.: +39-6-4990-2052/2790; fax: +39-6-4990-2366; email: caroli@iss.it

 

 

* “Spiegazione significato μg/g: μg/g equivale a microgrammi di sostanza rilevata sul totale del campione espresso in grammi; 1 microgrammo equivale a 1 milionesimo di grammo.” Dott. Marco Sileoni

Di seguito il documento originale in lingua inglese

Microchemical Journal 67 (2000) 397- 405

 

Human hair as a marker of pollution by chemical elements emitted by a thermoelectric power plant

N. Violante, O. Senofonte, G. Marsili, P. Meli, M. E. Soggiu and S. Caroli,   

Istituto Superiore di Sanità, Viale Regina Elena 299, 00161 Rome, Italy

Available online 8 February 2001.

Abstract

A preliminary study was undertaken to assess the risk posed to the environment and health of residents by trace elements released by fuel combustion in the thermoelectric power plant of Pian de’ Gangani (Montalto di Castro, Latium, Italy). In this context, analysis of human hair can be considered as an advantageous approach to monitor the exposure of population to the adverse effects of the power plant, which is now fully operative. To this purpose 92 healthy children (aged 9–10 years) were selected from two primary schools of Montalto di Castro and Pescia Romana. The young age of the donors guarantees that the effects of cosmetic treatment and occupational exposure on the representativeness of data are minimized. Hair samples were collected, washed and digested as prescribed by already well-established procedures. Inductively coupled plasma mass spectrometry (ICP-MS) and inductively coupled plasma atomic emission spectrometry (ICP-AES) were employed for the determination of the trace and minor elements of interest (As, Ca, Cd, Co, Cr, Cu, Fe, Mg, Mn, Ni, P, Pb, Sb, Se, Tl, V and Zn). The entire analytical procedure was checked for both measurement precision and accuracy by using the Certified Reference Material BCR No. 397 Human Hair. The mean values obtained were (in μg g−1): As, 0.159±0.044; Ca, 393±187; Cd, 0.047±0.055; Co, 0.040±0.038; Cr, 0.704±0.208; Cu, 12.0±10.3; Fe, 12.1±10.8; Mg, 40.6±27.7; Mn, 0.383±0.296; Ni, 0.868±1.331; P, 141±138; Pb, 1.64±1.63; Sb, 0.041±0.058; Se, 0.430±0.135; Tl, 0.001±0.001; V, 0.185±0.158; and Zn, 177±173. These experimental figures can be assumed to be the baseline values prior to the full operation of the power plant. Within the next 4–5 years it is planned to conduct a similar study with a new group of subjects, comparable for age, sex, style of life and exposure mode, to the present ones so as to detect possible trends in the bioaccumulation of the above elements.

Corresponding author. Tel.: +39-6-4990-2052/2790; fax: +39-6-4990-2366; email: caroli@iss.it

L’articolo pubblicato nell’inserto “Salute” del giornale “La Repubblica” uscito Martedì 30 Novembre 2010 tratta molte problematiche delle patologie che hanno origine dall’inquinamento ambientale. I dati messi in evidenza emergono dal Convegno ISDE di Bologna del 15 Novembre 2010 sull’istituzione di una rete di medici sentinella.

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Di seguito il link all’articolo completo:
http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2010/11/30/news/inquinamento_i_medici_sentinella-9679149/
Di seguito il link agli schemi dell’articolo:
http://www.repubblica.it/salute/interattivi/2010/11/30/news/ambiente_e_malattie_le_fonti_di_rischio-9679476/

Lunedì 15 Novembre si è tenuto a Bologna un importante incontro, organizzato dall’associazione medici per l’ambiente (ISDE ITALIA- http://www.isde.it) . Lo scopo di tale incontro è stato quello di potenziare la rete dei medici generici “sentinella”, (in Italia attualmente creata solo nel contesto influenzale), per compilare un archivio riguardante le patologie legate all’ambiente.  Queste malattie rappresenterebbero, secondo l’ OMS (organizzazione mondiale della sanità), il 24% delle patologie totali e la causa del 23% della mortalità. Causerebbero inoltre un aumento del 30% dell’insorgenza di tumori infantili. In aggiunta a tali percentuali allarmanti, anche la piccola presenza di metalli pesanti va a provocare l’insorgenza di malattie (patologie trans-generazionali) anche alle generazioni successive (fino alla terza).
In quest’ottica la rete dei “medici sentinella” è essenziale per poter intervenire tempestivamente in presenza di una crescita di patologie associata all’ inquinamento ambientale. Fondamentale risulterebbe il ruolo della Mineral test. In dieci anni di ricerca e osservazioni sono emersi dati che dimostrerebbero la stretta correlazione tra la presenza di metalli tossici nell’organismo e l’inquinamento ambientale. Infatti in occasione dell’incontro,  la Mineral test ha presentato diversi studi. Uno fra questi riguarda la presenza dei metalli tossici (mercurio, piombo ed alluminio) in pazienti di alcune regioni italiane comprese le Marche. Nella nostra regione la Mineral test ha rilevato che il mercurio è presente in una concentrazione dodici volte superiore al limite massimo consentito, il piombo e l’alluminio  tre volte superiore al limite. Queste elevate concentrazioni sono dovute alle emissioni industriali che vanno ad inquinare sia l’aria che respiriamo sia i cibi di cui ci nutriamo.
Supporto fondamentale alla rete dei “medici sentinella” risulta quindi essere l’attività della Mineral Test, volta a diventare il  mezzo di biomonitoraggio nazionale dei metalli tossici e della possibile correlazione con le patologie che da essi derivano.
Cartina Inquinamento Workshop Bologna

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