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Articolo del 21 Dicembre 2010 di Rosanna Magnano su “Il Sole 24 Ore” sugli inquinanti ambientali
RAPPORTO GREENPEACE-ISDE
Così il clima ci farà ammalare
Non è ancora chiaro se l’accordo approvato dai 194 Paesi dell’Onu riuniti a Cancun per la 16° conferenza sul clima basterà a contenere il riscaldamento globale al di sotto di due gradi centigradi. Quello che è certo è che le emissioni inquinanti e i cambiamenti climatici in atto hanno già un effetto tangibile sulla salute. L’Oms ha stimato ogni anno, a seguito del riscaldamento globale, la perdita di 5 milioni di anni di vita e la mortalità umana aumenta del 3% per ogni grado di aumento della temperatura terrestre. L’allarme è stato lanciato da un rapporto di Greenpeace e Isde dal titolo: «Si salvi chi può: gli impatti socio-sanitari del cambiamento climatico». Nei Paesi avanzati, ricorda lo studio, sono riemerse malattie del passato dovute alle mutate condizioni ambientali e a sacche di povertà. L’ambiente è invaso da molecole chimiche di sintesi (pesticidi in agricoltura, antibiotici e farmaci in campo medico e zootecnico, additivi alimentari ecc.) con effetti tossici, teratogeni, mutageni e cancerogeni. Sono in continuo aumento le malattie neoplastiche soprattutto nei bambini, cardiovascolari, immunomediate, neurodegenerative, endocrino-metaboliche. Ricerche sperimentali ed epidemiologiche hanno individuato la patogenesi di queste soprattutto in tre processi. La continua esposizione dell’organismo umano a inquinanti ambientali genera reazioni infiammatorie e riparative anomale che provocano malattie immunitarie, neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson, Sclerosi laterale amiotrofica, neoplastiche e metaboliche). Le trasformazioni ambientali degli ultimi 100 anni hanno poi cambiato l’esposizione della specie umana, e non solo di questa, all’ecosistema microbico, non lasciandoci il tempo di adattarci. Terzo processo, forse il più inquietante, è l’azione diretta degli inquinanti ambientali sull’embrione e sul feto durante la gestazione, con alterazione delle cellule che formeranno i tessuti e gli organi deputati al controllo metabolico; ciò produce malattie nei nuovi nati che si manifestano in tempi variabili e talvolta dopo lunga latenza clinica. È noto che gli inquinanti ambientali agiscono pure sul patrimonio genetico del prodotto del concepimento, sulle cellule germinali (oociti e spermatozoi) e sulle cellule somatiche staminali dell’adulto, provocando mutazioni genetiche. Varie patologie, come certi tumori, sono prodotte più che dal patrimonio genomico dell’individuo dall’epigenoma, ossia dall’azione di fattori ambientali sui geni, con malattie ereditarie a lunga scadenza, anche transgenerazionali. Queste patogenesi sono alla base anche di alcuni effetti sanitari attribuibili direttamente o indirettamente al riscaldamento globale. Ma le temperature elevate favoriscono anche la diffusione e la permanenza nell’ambiente di microrganismi che, veicolati da insetti “vettori” (oppure da acque contaminate) raggiungono i soggetti umani o gli animali: ciò causa l’insorgenza di malattie solitamente trasmissibili non per contatto diretto interumano. L’ampliamento al Nord e al Sud delle zone climatiche sub-tropicali, oltre a facilitare la contaminazione microbica delle acque, ha prodotto la diffusione di insetti “esotici” in latitudini diverse dalle solite. Sono questi i principali agenti dell’espansione delle malattie “tropicali”, destinate a essere sempre meno tropicali.
Rosanna Magnano
Am J Clin Nutr. Ottobre 2010 Oct;92(4):733-40. Epub 4 agosto 2010.
Effetti di un aumentato consumo di cibi integrali sulla pressione
sanguigna ed altri indicatori di rischio cardiovascolare in soggetti
sani di mezza età: prove casuali controllate
Tighe P, Duthie G, Vaughan N, Brittenden J, Simpson WG, Duthie S, Mutch W, Wahle K, Horgan G, Thies F.
Istituto di Medicina applicata, Università di Aberdeen, Aberdeen, Regno Unito.
Abstract (traduzione Dott.ssa Margherita Patrignani)
CONTESTO: Tre porzioni quotidiane di cibi integrali possono abbassare il rischio di malattie cardiovascolari, ma è stato necessario questo approfondito studio intervenzionale (studio sull’efficacia della teoria sostenuta ndt) per confermare questa affermazione.
OBIETTIVO: Si è mirato a valutare gli effetti del consumo di 3 porzioni al giorno di cibi integrali (solo frumento o una miscela di frumento e avena) sugli indicatori di rischio di malattie cardiovascolari in individui a rischio relativamente alto.
PROGETTAZIONE: Sono state fatte prove di alimentazione controllate a caso su individui sani di mezza età. Dopo un periodo di prova di 4 settimane con una dieta perfezionata, sono stati casualmente assegnati dei volontari ad un gruppo di controllo (dieta perfezionata), con frumento o frumento e avena, per 12 settimane. Il primo risultato è stato una riduzione dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari tramite intervento alimentare dietetico con grani integrali, che riguarda il livello lipidi, la concentrazione dell’insulina e i livelli di pressione sanguigna. Inoltre sono stati valutati gli indicatori dei processi infiammatori.
RISULTATI: È stato selezionato un totale di 233 volontari; 24 volontari si sono ritirati e 3 volontari sono stati esclusi. La pressione sanguigna (arteriosa) sistolica e la pressione di pulsazione (differenza tra pressione arteriosa e venosa ndt) sono state significativamente ridotte rispettivamente di 6 e 3 mm Hg, relativamente al gruppo dei cibi di frumento integrale paragonato a quello del gruppo di controllo. Indicatori sistemici di rischio di malattie cardiovascolari sono rimasti immutati a parte le concentrazioni di colesterolo, che sono diminuite lievemente ma significativamente nel gruppo che consumava cibi integrali.
CONCLUSIONI: Il consumo quotidiano di tre porzioni di cibi integrali può ridurre significativamente il rischio di malattie cardiovascolari in persone di mezza età soprattutto attraverso meccanismi di abbassamento della pressione sanguigna. La diminuzione osservata della pressione sanguigna sistolica potrebbe diminuire l’incidenza di malattia delle arterie coronariche e di ictus rispettivamente di più del 15% e 25%.
Questo studio è stato registrato su http://www.clinicaltrials.gov come ISRCTN27657880.
Consultabile in inglese su PubMed PMID: 20685951 [PubMed – indexed for MEDLINE]
Di seguito il documento originale in lingua inglese
Am J Clin Nutr. 2010 Oct;92(4):733-40. Epub 2010 Aug 4.
Effect of increased consumption of whole-grain foods on blood pressure and other cardiovascular risk markers in healthy middle-aged persons: a randomized controlled trial.
Tighe P, Duthie G, Vaughan N, Brittenden J, Simpson WG, Duthie S, Mutch W, Wahle K, Horgan G, Thies F.
Division of Applied Medicine, University of Aberdeen, Aberdeen, United Kingdom. f.thies@abdn.ac.uk
Abstract
BACKGROUND: Three daily portions of whole-grain foods could lower cardiovascular disease risk, but a comprehensive intervention trial was needed to confirm this recommendation.
OBJECTIVES: We aimed to assess the effects of consumption of 3 daily portions of whole-grain foods (provided as only wheat or a mixture of wheat and oats) on markers of cardiovascular disease risk in relatively high-risk individuals.
DESIGN: This was a randomized controlled dietary trial in middle-aged healthy individuals. After a 4-wk run-in period with a refined diet, we randomly allocated volunteers to a control (refined diet), wheat, or wheat + oats group for 12 wk. The primary outcome was a reduction of cardiovascular disease risk factors by dietary intervention with whole grains, which included lipid and inflammatory marker concentrations, insulin sensitivity, and blood pressure.
RESULTS: We recruited a total of 233 volunteers; 24 volunteers withdrew, and 3 volunteers were excluded. Systolic blood pressure and pulse pressure were significantly reduced by 6 and 3 mm Hg, respectively, in the whole-grain foods groups compared with the control group. Systemic markers of cardiovascular disease risk remained unchanged apart from cholesterol concentrations, which decreased slightly but significantly in the refined group.
CONCLUSIONS: Daily consumption of 3 portions of whole-grain foods can significantly reduce cardiovascular disease risk in middle-aged people mainly through blood pressure-lowering mechanisms. The observed decrease in systolic blood pressure could decrease the incidence of coronary artery disease and stroke by ≥15% and 25%, respectively.
This trial was registered at clinicaltrials.gov as ISRCTN27657880.
PMID: 20685951 [PubMed – indexed for MEDLINE]