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Stephanie Seneff, Robert M. Davidson and Jingjing Liu
Riassunto:
L’autismo è una condizione caratterizzata da ridotta capacità cognitive e sociali, associato a compromissione della funzione immunitaria. L’incidenza è in aumento in modo allarmante, e fattori ambientali sono sempre più sospettati di avere un ruolo. Questo lavoro analizza modelli di frequenza di parole nel sistema database Vaccine Adverse Events USA System CDC (VAERS). I nostri risultati forniscono una forte evidenza a sostegno di un legame tra autismo e alluminio nei vaccini. Una revisione della letteratura che mostra tossicità di alluminio in fisiologia umana offre un ulteriore sostegno. La segnalazione di autismo in VAERS è aumentata costantemente alla fine del secolo scorso, durante il periodo in cui l’utilizzo del mercurio era in fase di esaurimento, mentre l’adiuvante carico in alluminio veniva aumentato. Utilizzando le normali tecniche di rapporto log-verosimiglianza, identifichiamo più segni e sintomi che sono significativamente più frequenti nei report di vaccino dopo il 2000, tra cui cellulite, convulsioni, depressione, stanchezza, dolore e morte, che sono anche significativamente associati con vaccini contenenti alluminio. Proponiamo che i bambini con la diagnosi di autismo sono particolarmente vulnerabili ai metalli tossici come l’alluminio e il mercurio, a causa della mancanza di solfato sierico e glutatione. Si rileva anche una forte correlazione tra l’autismo e il vaccino MMR (morbillo, parotite, rosolia, ndt), che può in parte essere spiegato con una particolare sensibilità per il paracetamolo somministrato per controllare la febbre.
Conclusioni:
In questo lavoro, abbiamo presentato alcune analisi del database VAERS USA (Vaccine Adverse Events Reporting System), che suggeriscono con forza che l’alluminio nei vaccini è tossico per i bambini vulnerabili. Mentre non abbiamo mostrato che l’alluminio è direttamente causativo nell’autismo, la prova convincente disponibile dalla letteratura sulla tossicità di alluminio, combinato con l’evidenza che presentiamo per gravi reazioni avverse che si verificano più frequentemente dopo somministrazione di vaccini contenenti alluminio rispetto ai vaccini non contenenti alluminio, suggeriscono che i danni neuronali dovuti alla penetrazione di alluminio nel sistema nervoso possono essere un fattore significativo di autismo. La circostanza che i casi di autismo sono aumentati costantemente in concomitanza con un aumento significativo del carico di alluminio nei vaccini, è altamente suggestiva. Tuttavia, è possibile che altri fattori, come la presenza più aggressiva o il contemporaneo aumento in altre tossine ambientali, ad esempio, erbicidi o pesticidi, o l’alluminio in altri prodotti come antitraspiranti e antiacidi, può aver contribuito a questi aumenti osservati. Abbiamo anche osservato una forte correlazione tra vaccino MMR (morbillo, orecchioni, rosolia) e l’autismo, che suggeriamo potrebbe essere spiegato con gli effetti del paracetamolo. Abbiamo proposto altrove che una riduzione della sintesi del colesterolo solfato nella pelle e nel sistema vascolare può essere causativo nell’autismo, e noi qui sosteniamo che i vaccini possono agire sinergicamente con tale insufficienza nel bambino vulnerabile. Proponiamo che le semplici misure correttive, come una maggiore esposizione alla luce solare e la diminuzione dell’uso di protezione solare può aiutare a proteggere un bambino da una grave reazione da alluminio contenuto nei vaccini, ma abbiamo anche la sensazione che l’industria dei vaccini dovrebbe trovare un modo per ridurre o addirittura eliminare l’alluminio contenuto nei vaccini.
Link al lavoro originale:
Traduzione del’abstract: “Abbiamo intrapreso uno studio di coorte per determinare l’associazione tra contenuto minerale dei capelli e l’insorgenza della dermatite atopica (AD) nei neonati. Ottocento trentaquattro (834) coppie madre-neonato, hanno donato campioni di capelli in una fascia di età dei neonati da uno a dieci mesi durante i controlli sanitari, e i loro campioni venivano analizzati con metodica PIXE ( Particle-Induced X-ray Emission = fascio di protoni che causano l’emissione di raggi X) per 32 minerali, e questi dati sul livello dei minerali venivano confrontati con la loro storia familiare di AD e statisticamente esaminati per qualsiasi interrelazione. I risultati indicano che di tutti i minerali, solo selenio (Se) e stronzio (Sr) hanno mostrato associazioni statisticamente significative per i bambini, mentre gli stessi due elementi sono stati solo marginalmente significativi per le madri. Il deficit di selenio ha aumentato il rischio di AD in entrambi , bambino e madre. Una carenza Sr nei bambini aumenta il rischio di AD, mentre nelle madri diminuisce il rischio. Per prevedere la probabilità di sviluppo di AD utilizzando questi dati, abbiamo effettuato una analisi di regressione logistica, che ha fornito una sensibilità del 65,9%, una specificità del 70,5%, un valore predittivo positivo (VPP) del 10,3%, un valore predittivo negativo (VPN) del 97,6% e un rischio relativo (RR) di 4.2, tutti di gran lunga meglio di qualsiasi dato corrispondente esplicitamente menzionato nei documenti precedentemente pubblicati”.
Link al lavoro originale