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Lo scopo di questa revisione è quello di esaminare le prove di una relazione tra l’esposizione al mercurio (Hg) dalle amalgame dentali e alcune malattie croniche idiopatiche – sindrome da stanchezza cronica (CFS), fibromialgia (FM), depressione, ansia e il suicidio. L’amalgama dentale è un materiale da restauro dentale comunemente usato che contiene circa il 50% mercurio elementare (Hg0) in peso e rilascia vapore Hg0. Gli studi hanno dimostrato che l’esposizione cronica al Hg da varie fonti, tra cui gli amalgami dentali, è associata a numerosi problemi di salute, tra cui la stanchezza, ansia e depressione – e questi sono tra i principali sintomi che sono associati con CFS e FM. Inoltre, diversi studi hanno dimostrato che la rimozione di amalgame è associata ad un miglioramento di questi sintomi. Anche se il tema della sicurezza dell’amalgama è ancora in discussione, la preponderanza di evidenza suggerisce che l’esposizione al mercurio dalle amalgame dentali può causare o contribuire a causare molte malattie croniche. Pertanto, la considerazione della tossicità Hg può essere fondamentale per l’indagine clinica efficace di molte malattie croniche, in particolare quelle che coinvolgono la stanchezza e la depressione.

Link all’articolo originale:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25617876

Contesto: La continua esposizione della popolazione a xenobiotici porta inevitabilmente ad un accumulo con il conseguente aumento della infiammazione, malattie croniche connesse e rischio di cancro. Gli autori intendono studiare fattori dietetici che modulano gli effetti di tossicità ambientale legati alla presenza di “metalli pesanti” al fine di minimizzare il rischio di danno cronico in soggetti che sono esposti a zone ad elevato rischio di tossicità.

Pazienti e Metodi: Sono stati reclutati sedici soggetti che vivono in aree ad alto rischio di inquinamento tra Caserta e Napoli, che avevano avuto per ragioni diverse, una diagnosi di avvelenamento da metalli pesanti. Sono stati effettuati i seguenti esami: i) Analisi della composizione dei lipidi di membrana, come biomarker di squilibrio metabolico cellulare; ii) analisi dell’impedenza bioelettrica per la valutazione dell’angolo di fase e del rapporto intercambiabile sodio/potassio, come marcatori di alterazioni infiammatorie e metaboliche; iii) mineralogramma per valutare i livelli di metalli pesanti accumulati nei capelli.

Risultati: Dopo 90 giorni di dieta e integrazione, c’era una significativa riduzione dei livelli medi dei metalli tossici. In particolare, l’81% dei partecipanti ha riportato una diminuzione del valore di piombo, il 69% del valore di cadmio, il 44% del valore di alluminio e il 31,3% ha mostrato una diminuzione nel normale range di mercurio conseguente al piano alimentare. In aggiunta, sono state eseguite analisi statistiche.

Conclusioni: I risultati mostrano che una corretta igiene alimentare che porta a cambiamenti fondamentali nello stile di vita può contrastare efficacemente il bioaccumulo, rappresentando in tal modo non solo una strategia di prevenzione primaria, ma anche l’acquisizione di una reale valenza farmacologica visti gli effetti terapeutici che essa produce nei casi presentati di patologia conclamata.

Link all’articolo originale:
http://www.wcrj.net/article/411

La Mineral Test® ha partecipato a questa interessante iniziativa fornendo l’analisi minerale dei capelli. http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/toffa-con-una-dieta-ci-si-puo-disintossicare-dai-metalli-pesanti_519780.html

Risonanza magnetica di controllo in soggetto con Sclerosi Multipla in trattamento con Mineral Test® ( oltre a terapia farmacologica con interferone): “ …….. Quadro di miglioramento complessivo per consistente riduzione in rappresentazione delle placche a livello encefalico, …………. , e di tutte le lesioni midollari. Al controllo attuale non sono più presenti lesioni attive.”
RM-D...O

Obiettivo:
Valutazione dei livelli plasmatici di Zn e Cu in individui con depressione.
Soggetti e metodi:
Abbiamo analizzato la concentrazione nel plasma di zinco e rame di 73 individui clinicamente depressi, 38 persone con ansia e 16 controlli, utilizzando la spettrometria di massa accoppiata induttivamente al plasma.
Risultati:
Individui depressi, con e senza ansia secondaria, avevano una diminuzione dello Zn ed un aumento del Cu nel plasma rispetto ai controlli. Dopo terapia con Zn si aveva normalizzazione del livello di Zn (aumentato a livello dei controlli normali) ma aumento del Cu in individui con depressione (con e senza ansia secondaria), mentre nei soggetti con ansia, con e senza depressione secondaria, dopo Zn terapia si aveva aumento dei livelli di Zn e diminuzione di quelli di Cu. Gli individui con depressione, con e senza ansia secondaria, hanno avuto una gravità dei sintomi rispetto ai controlli neurotipici. La gravità dei sintomi in soggetti con ansia (con e senza depressione secondaria) era significativamente diminuita dopo la terapia con Zn, mentre i sintomi sono rimasti gli stessi nei soggetti con depressione primaria.
Discussione:
Questi dati mostrano un’associazione tra livelli plasmatici di Zn e Cu e individui clinicamente depressi e suggeriscono che alti livelli di rame sono associati con una più alta gravità dei sintomi.

Link all’articolo originale:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3738484/

Obiettivo:
Valutazione dei livelli di zinco (Zn) e rame (Cu) nel plasma in individui con ansia e verifica dell’ipotesi che esiste una relazione tra la concentrazione di rame e zinco e miglioramento dei sintomi.
Soggetti e metodi:
E’ stato analizzato il siero di 38 soggetti con ansia e di 16 controlli sani (simili per età, sesso e peso), per la concentrazione di zinco e rame nel plasma, utilizzando la spettrometria di massa accoppiata induttivamente al plasma. I livelli di zinco e rame, prima e dopo la terapia, sono stati confrontati e valutati con i sintomi di ansia percepiti.
Risultati:
In questo studio preliminare, gli individui con ansia avevano livelli plasmatici di Cu ( P = 0,0348) e del rapporto Cu/Zn ( P = 0,0493) significativamente più elevati e livelli inferiori di Zn ( P = 0,0294), rispetto ai controlli. Dopo la terapia con zinco, i livelli di Zn erano nella norma (aumentati ai valori normali) e diminuiva nettamente il rapporto Cu/Zn ( P = 0,0004, P = 0.0033, rispettivamente), ma il Cu non diminuiva significativamente (0,3577). Questi stessi pazienti, dopo terapia con zinco e antiossidanti, sono migliorati in modo significativo rispetto ai sintomi complessivi percepiti ( P = 0,013).
Discussione:
Questi risultati suggeriscono un’associazione tra i livelli plasmatici di Zn e individui con ansia, dimostrano che la terapia con zinco è efficace per aumentare i livelli plasmatici di zinco e mostrano che la supplementazione di zinco può giocare un ruolo nel migliorare i sintomi.

Link all’articolo originale:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3738454/

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