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Si informa che la Mineral Test, su richiesta, analizza anche il Gadolinio, senza alcun incremento di prezzo. L’indagine sul gadolinio è utile per tutti coloro che hanno fatto una risonanza magnetica con elemento di contrasto a base di questo minerale (per esempio i Pazienti con sclerosi multipla).
I nomi commerciali del prodotto nei paesi europei sono: Omniscan (gadodiamide), Magnevist (acido adopentetico sale dimegluminico ), MultiHance (acido gadobenico sale dimegluminico ), Gadovist (gadobutrolo ), Vasovist (gadofosveset ), Dotarem (acido gadoterico ), ProHance (gadoteridolo ), Primovist (acido gadoxetico disodico). I mezzi di contrasto contenenti gadolinio per la risonanza magnetica sono soluzioni acquose che si iniettano nell’organismo per migliorare la qualità dell’immagine ed avere una visione più dettagliata e per rilevare le lesioni attive nella sclerosi multipla. Servono per esaminare il cervello, la colonna vertebrale ed altre parti dell’organismo. E’ anche utilizzato per identificare la malattia arteriosa coronarica (malattia delle arterie del cuore ) che può condurre ad attacchi cardiaci. Omniscan è somministrato per iniezione endovenosa e la dose raccomandata per gli adulti è di 0,1mmol/kg peso corporeo. Il Gadolinio puro è molto tossico e viene quindi impiegato in forma chelata. Tuttavia questa forma è reversibile. Normalmente il mezzo di contrasto viene espulso dall’organismo tramite i reni. I pazienti con insufficienza renale però non riescono ad eliminare il gadolinio; in questo caso la chelazione di quest’ultimo viene meno, cioè si rompono i legami con le molecole complessanti, ed esso inizia a circolare nell’organismo nella forma Gd3+ causando danni di varia entità. Si pensa che il Gd3+ possa scatenare una fibrosi nei tessuti con cui viene a contatto e inoltre il Gd3+ è responsabile dell’insorgenza della malattia NSF: Fibrosi Sistemica Nefrogenica , conosciuta anche come Dermopatia Nefrogenica Fibrosante (NFD). Il rischio per lo sviluppo di questa malattia è maggiore anche nei pazienti che hanno avuto o che sono in attesa del trapianto di fegato. La NSF si sviluppa in un arco di tempo che va da alcuni giorni a parecchie settimane. I primi sintomi sono rappresentati dalla comparsa sulla pelle di chiazze rosse o brune o di papule. La pelle degli arti e qualche volta del tronco, si presenta ispessita e legnosa al tatto. Inoltre la superficie della pelle può assumere l’aspetto di una buccia d’arancia. I pazienti possono avvertire bruciore, prurito o acute fitte di dolore nelle zone colpite; le mani e piedi possono gonfiarsi e possono comparire lesioni a forma di vesciche. In molti casi l’ispessimento della pelle impedisce i movimenti delle articolazioni con la possibilità di contratture (un’incapacità ad allungare le articolazioni ) e immobilità. Altri organi potrebbero essere colpiti quali i polmoni, il fegato, i muscoli ed il cuore. In circa il 5% dei pazienti la malattia ha uno sviluppo molto rapido e progressivo, qualche volta con esito fatale. Anche i neonati ed i bambini fino ad 1 anno di età sono a rischio perché i loro reni non sono completamente sviluppati. Sulla base delle conoscenze disponibili, il Comitato Europeo di Farmacovigilanza ( il Pharmacovigilance Working Party o PhVWP), ha concluso che il bilancio rischio-beneficio della gadodiamide nei pazienti con grave insufficienza renale è negativo e che la gadodiamide non deve essere somministrata in questi pazienti o in quelli che hanno avuto o sono in attesa di trapianto di fegato. Su base cautelativa, il PhVWP ha raccomandato di inserire un’avvertenza alle informazioni del prodotto (riassunto delle caratteristiche del prodotto per i medici ed foglio illustrativo per i pazienti ) sull’uso della gadodiamide nei neonati a causa della loro funzionalità renale immatura. Il PhVWP ha anche raccomandato di inserire nelle le informazioni dei prodotti a base di gadolinio forti avvertenze sulla possibilità di insorgenza si NSF.

Ulteriori informazioni sulla NSF e sui mezzi di contrasto a base di gadolinio si possono trovare sui seguenti siti web:

Sul sito dell’AIFA
http://www.agenziafarmaco.it

Su: European Society of Urogenital Radiology (ESUR )
http://www.esur.org

Su: International Center for Nephrogenic Fibrosing Dermopathy Research (ICNFDR)
http://www.icnfdr.org

Vi aspettiamo al convegno sui veleni nascosti……

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Esposizione all’arsenico dall’acqua potabile e la mortalità per malattie cardiovascolari in Bangladesh: studio prospettico di equipe

Abstract
Obiettivo: valutare l’associazione tra l’esposizione all’arsenico e la mortalità per  malattie cardiovascolari e valutare se il fumo di sigaretta influenza questa associazione.
Progetto: studio prospettico d’equipe con l’esposizione all’arsenico
misurato nell’acqua potabile dei pozzi e nelle urine.
Impostazione: popolazione comune in Araihazar, Bangladesh.
Partecipanti: 11.746 uomini e donne che hanno fornito campioni di urine nel 2000 e sono stati seguiti per una media di 6 anni.
Principale misurazione dell’esito: morte per malattia cardiovascolare.
Risultati: 198 persone sono morte a causa di malattie del sistema circolatorio, che rappresenta il 43% della mortalità totale della popolazione. Il tasso di mortalità per malattia cardiovascolare era di 214,3 casi per 100.000 persone all’anno per individui che bevono acqua contenente <12,0 μg / L di arsenico, rispetto ai 271,1 casi ogni 100.000 persone all’anno nei soggetti che bevono acqua potabile contenente ≥ 12,0 μg / L di arsenico. C’è stata una relazione dose-risposta tra l’esposizione all’arsenico nell’acqua e la mortalità per cardiopatia ischemica e altre malattie cardiache; i rapporti di rischio in aumento delle concentrazione di arsenico in acqua di pozzo (0,1-12,0, 12,1-62,0, 62,1-148,0, e 148,1-864,0 μg / L) sono stati 1,00 (di riferimento), 1,22 (0,65-2,32), 1,35 (0,71-2,57), e 1,92 (1,07-3,43) (P per trend = 0,0019), rispettivamente, dopo aggiustamento per potenziali fattori confondenti quali l’età, il sesso, l’abitudine al fumo, il livello di istruzione, l’indice di massa corporea (BMI), e le variazioni nella concentrazione di arsenico urinario basale. Associazioni simili sono state osservate quando l’arsenico urinario totale basale è stato utilizzato come esposizione variabile e specificamente per la mortalità per cardiopatia ischemica. I dati evidenziano una significativa sinergia di interazione tra l’esposizione all’arsenico e il fumo di sigaretta nella mortalità da malattie ischemiche del cuore e altre malattie cardiache. In particolare, l’indice di rischio per l’effetto congiunto di un moderato livello di esposizione all’arsenico (Terzo medio della concentrazione di arsenico ben 25,3- 114,0 μg / L, media 63,5 μg / L) e il fumo di sigaretta sulla mortalità per malattie cardiache è stato superiore alla somma dei rapporti di rischio associati con il loro effetto individuale (Rischio relativo eccesso di interazione 1,56, 0,05-3,14; P = 0,010).

Conclusioni: L’esposizione all’arsenico nell’acqua potabile è associato con la mortalità per malattie cardiache; questi dati peggiorano nei soggetti fumatori.
Link all’articolo originale: http://www.bmj.com/content/342/bmj.d2431.full?sid=df845ab6-992f-4210-85ec-5ecce0a0fcfa

Il seguente articolo è uscito nel Resto del Carlino il 4 Maggio 2011

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Paziente affetto da SM RR (Sclerosi Multipla Recidivante Remittente) con EDSS 2,5 (scala di disabilità) trattato con cortisone fino al 2008; da allora ha interrotto tutte le cure farmacologiche. La RM (risonanza magnetica) del 2008 evidenzia nuove lesioni attive. Dal Settembre 2009 inizia il percorso Mineral Test; il mineralogramma dimostra una intossicazione da Mercurio e Alluminio. Attualmente ha concluso il terzo ciclo di integrazione. La nuova RM, con e senza contrasto, dell’Aprile 2011 (riportata di seguito) non evidenzia lesioni attive nè nuove lesioni, ma addirittura una RIDUZIONE DELLE LESIONI preesistenti sia a livello encefalico che midollare.

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