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Inefficacia della Chelazione con EDTA: nuove evidenze
febbraio 3, 2014 in Studi Scientifici | Tags: alluminio, Chelazione, EDTA, infarto, mercurio, Metalli Tossici, piombo, Terapia Chelante, terapia di chelazione | Lascia un commento
Fra le principali indicazioni dichiarate dai fautori della terapia chelante con EDTA ci sono le malattie cardiovascolari. Recentemente sono stati pubblicati i risultati di un lavoro sperimentale sull’efficacia della chelazione endovena con EDTA nei soggetti con pregresso infarto miocardico. L’obiettivo era quello di determinare se una terapia chelante con EDTA fosse in grado di ridurre il numero di nuovi eventi cardiovascolari o di ritardarne la comparsa. Per questo sono stati reclutati 1708 pazienti con pregresso infarto miocardico, di cui 839 sono stati sottoposti a 40 infusioni endovenose di EDTA e confrontati con 869 pazienti trattati con placebo. I soggetti sono stati seguiti in media per 55 mesi. I risultati di questo importante lavoro scientifico dimostrano che vi è nessuna evidenza di efficacia del trattamento di chelazione con EDTA nel diminuire o prevenire nuovi eventi cardiovascolari.
Link al lavoro originale:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23532240
Oligoelementi, morbo di Alzheimer e la terapia di chelazione.
agosto 12, 2011 in Metalli Pesanti, Oligoelementi, Studi Scientifici | Tags: Alzheimer, chelanti, ioni metallici, mineral test, mineralogramma, Oligoelementi, Parkinson, terapia di chelazione | Lascia un commento
In questo lavoro si ribadisce ancora una volta il concetto di equilibrio fra gli oligoelementi e la necessità di utilizzare agenti chelanti più selettivi di quelli utilizzati tutt’oggi.
Riassunto
Negli ultimi anni, vari studi hanno fornito evidenza che gli ioni metallici sono coinvolti nella
patogenesi delle principali malattie neurologiche (Alzheimer, Parkinson).
Chelanti di ioni metallici sono stati indicati come potenziali terapie in
malattie che coinvolgono lo squilibrio dei metalli. La neurodegenerazione è un campo
ideale per l’applicazione della terapia chelante. In contrasto all’approccio di
chelazione diretta nelle intossicazioni da ioni metallici, per quanto riguarda la
neurodegenerazione l’obiettivo sembra essere una migliore e più accurata modulazione
dell’omeostasi dei metalli volti a
ristabilire l’equilibrio ionico. Così, sono necessari chelanti leggeri in grado
di eliminare i metalli tossici, senza disturbare l’omeostasi degli ioni. Ad
oggi, diversi agenti chelanti sono stati studiati per il loro potenziale nel trattamento
della neurodegenerazione, e una serie di 8-idrossichinolina analoga ha mostrato
il maggior potenziale per il trattamento delle malattie neurodegenerative.
Di seguito il link al documento originale: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21406339